lunedì 1 marzo 2010

CGIL. CONGRESSO, MOZIONE MOCCIA: TROPPE ANOMALIE, SAREMMO AL 30% VOTI VALIDI SUPERIORI AI VOTANTI, FARE VERIFICHE A CAMPIONE


CGIL. CONGRESSO, MOZIONE MOCCIA: TROPPE ANOMALIE, SAREMMO AL 30%
VOTI VALIDI SUPERIORI AI VOTANTI, FARE VERIFICHE A CAMPIONE

(DIRE) Roma, 1 mar. - Troppe "anomalie" nel congresso della Cgil, come "un numero di voti validi superiori ai votanti". Alloraserve "una verifica a campione". Lo chiedono i rappresentanti della mozione 'La Cgil che vogliamo' che, secondo i dati comunicati dal presidente della commissione di garanzia, Carlo Ghezzi, si ferma al 17%. Un dato sottostimato: "I dati non sono certificati, noi saremmo oltre il 30% tra gli attivi piu' del 25% compresi i pensionati", afferma il portavoce Domenico Moccia, che chiede anche "accesso ai dati". "Questo congresso- continua- e' avvenuto in una dimensione confusa e poco trasparente con errori macroscopici" e anomalie "come la presenza del segretario organizzativo durante la comunicazione alla stampa dei dati".
La mozione di minoranza non crede poi ad un continuo aumento di partecipazione: "Calano gli elettori nelle elezioni e al nostro congresso, in particolare al Sud, dove siamo meno radicati, ci sono aumenti" nella partecipazione e percentuali bulgare per la mozione di Epifani. Sul capitolo ricorsi, "sono di piu' di quelli comunicati perche' abbiamo deciso spesso di farli non su singole assemblee, ma interi congressi". Giorgio Cremaschi della segreteria della Fiom segnala che a non essere certificati dalla minoranza sono i congressi di Lombardia, Lazio, Calabria, Puglia, Veneto e Campania, insomma "il 40% del congresso": con "dati non credibili- osserva- viene alterata la realta' sindacale".
Il leader della Fp, Carlo Podda, sottolinea che il meccanismo della solidarieta' dello Spi viene "applicato in modo difforme nei territori. Il sistema non ha retto". Rispetto alla mancata maggioranza raggiunta alla sua mozione nella sua categoria che arriva "inaspettata, determina un problema ma chiarisce l'infondatezza dell'accusa di essere una mozione corporativa".
Per Gianni Rinaldini (segretario delle tute ble) bisogna rivedere "le regole della vita democratica interna. Faremo delle nostre proposte".

(Tar/ Dire)