Siamo alla vigilia del Congresso nazionale Cgil e la mozione 2 non può
rinviare la decisione su cosa farà da grande. I congressi di categoria,
così come quelli regionali, si sono conclusi in maniera molto differenziata.
Da un lato il congresso della Fiom, quello della Flc, quello della Filctem,
ove la mozione 2 ha confermato e rafforzato le sue scelte di fondo.
Questo ha fatto sì che le conclusioni non fossero su un documento comune.
Nella Filt, nella Slc, nella Fisac, nella Funzione pubblica, i congressi si sono
invece conclusi con la maggioranza della mozione 2 che votava a favore,
mentre solo i delegati vicini alle posizioni della Rete28Aprile continuavano
a non votare il documento finale.
E’ chiaro che questi segnali contraddittori comportano una decisione
all’interno della mozione. Anche perché da parte di Guglielmo Epifani ed
in generale della maggioranza congressuale, in queste settimane, non sono
venute disponibilità reali alla mediazione politica. Anzi, nel Congresso della
Fiom per la prima volta, con assoluta chiarezza, il segretario generale della
Cgil ha detto che sul sistema contrattuale la posizione che ha vinto al congresso
è quella di andare a ricontrattare l’accordo fra due anni. Giustamente Gianni
Rinaldini gli ha risposto che, se questa posizione fosse stata presentata con
altrettanta chiarezza nei congressi di base, nessuno avrebbe potuto dire che
non si capiva quali fossero le ragioni del contendere.
Anche sul piano organizzativo da parte della maggioranza non sono venuti
segnali di distensione. Ai Segretari generale della Fisac e della Funzione pubblica,
che hanno perso il congresso, è stato chiesto gentilmente di accomodarsi fuori
dalle loro categorie. Lo stesso avviene nelle strutture territoriali e regionali. La
linea della maggioranza è sostanzialmente: abbiamo vinto, non si divide. In
questa situazione le tendenze unitarie e dialoganti all’interno della mozione 2
sono pure manifestazioni di debolezza, e come tali vengono accolte dalla
maggioranza. Il Congresso della Fiom, in particolare, ha dato un segnale di
forte combattività, scegliendo di evitare accomodamenti e di portare al Congresso della Cgil la nettezza delle posizioni che hanno conquistato la maggioranza dei metalmeccanici.
A questo punto è chiaro che il seminario della mozione 2 che si terrà il 29 e 30
aprile, dovrà chiarire gli orientamenti politici della mozione che dovranno poi
essere presentati ai delegati. Per quanto ci riguarda l’andamento dei congressi,
le posizioni in campo, le scelte che abbiamo di fronte propongono una scelta
precisa. La mozione 2 deve organizzarsi statutariamente come minoranza critica
e di opposizione all’interno della Cgil e continuare così il proprio impegno. Altre soluzioni, pasticci, confuse mediazioni, appelli a non perdersi di vista mentre
ognuno fa quel che vuole, porterebbero solo alla liquidazione di un’esperienza
che ha raccolto il consenso di 310 mila iscritte e iscritti in carne ed ossa, che
vogliono continuare a battersi per una Cgil diversa.
Roma, 20 aprile 2010
Giorgio Cremaschi
(Rete 28 Aprile nella Cgil per l’indipendenza e la democrazia sindacale)