mercoledì 26 maggio 2010
Rapporto Istat: se stavi male ora stai peggio
Il 15 per cento delle famiglie vive in disagio economico, una su quattro è al Sud. Spese impreviste insostenibili per un nucleo su tre, vacanze proibite. Potere d'acquisto indietro di dieci anni. Sale la pressione fiscale, ancora ben oltre la media Ue
Oltre il 15 per cento delle famiglie vive in condizioni di disagio economico, con una percentuale che supera il 25 per cento nel Mezzogiorno; una su tre non riesce a sostenere spese impreviste, quasi una su due non può permettersi una settimana di ferie lontano da casa, mentre ci si indebita sempre più. È uno degli aspetti emersi dal Rapporto annuale dell’Istat sulla situazione del Paese nel 2009, presentato oggi (26 maggio) alla Camera. La crisi, che è stata “la più profonda della storia economica recente”, ha colpito le famiglie che già stavano peggio, tanto che la maggior parte (il 60 per cento) di quelle in condizioni di disagio economico lo era già nel 2008.
Nel 2009 il potere d’acquisto pro capite italiano è scivolato sotto il livello del 2000: la riduzione è risultata del 2,3 per cento che, in altri termini, corrisponde a una perdita di oltre 300 euro per abitante. I consumi, tuttavia, ne hanno risentito comparativamente meno perché contestualmente si è registrata una riduzione della propensione al risparmio, scesa al 14 per cento dal 14,7 per cento del 2008, al di sotto dei livelli di tutte le altre maggiori economie dei paesi dell’Unione monetaria.
Sale la pressione fiscale, al 43,2 per cento nel 2009, aumentati di tre decimi di punto rispetto all’anno precedente (42,9 per cento nel 2008) ampliando lo stacco di oltre tre punti percentuali con la media Ue, che l’anno scorso si è attestata al 39,5 per cento (dal 40,3 per cento del 2008). “Caso unico’’ tra le grandi economie, sottolinea l’Istituto nazionale di statistica, nel paese risultano in forte crescita le imposte in conto capitale (per quasi 12 miliardi di euro), sospinte da circa 5 miliardi di euro per lo scudo fiscale e dal versamento una tantum per l’imposta sostitutiva di alcuni tributi. E’ invece calato del 4,2 per cento il gettito delle imposte indirette (gia’ diminuito del 4,9 per cento nel 2008), del 7,1 per cento quello delle imposte dirette e dello 0,5 per cento quello dei contributi sociali effettivi.
Tra gli effetti della recessione ce n’è uno positivo per l’ambiente: le emissioni di gas serra dell’Italia continuano a diminuire (-2 per cento nel 2008, e -9 per cento nel 2009). Tuttavia ‘‘è ancora lontano il conseguimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto (-6,5 per cento per cento rispetto ai valori del 1990 entro il 2012) e della strategia europea integrata su energia e cambiamenti climatici (-30 per cento e -85 per cento rispettivamente al 2020 e al 2050)”.
Nel 2009 il potere d’acquisto pro capite italiano è scivolato sotto il livello del 2000: la riduzione è risultata del 2,3 per cento che, in altri termini, corrisponde a una perdita di oltre 300 euro per abitante. I consumi, tuttavia, ne hanno risentito comparativamente meno perché contestualmente si è registrata una riduzione della propensione al risparmio, scesa al 14 per cento dal 14,7 per cento del 2008, al di sotto dei livelli di tutte le altre maggiori economie dei paesi dell’Unione monetaria.
Sale la pressione fiscale, al 43,2 per cento nel 2009, aumentati di tre decimi di punto rispetto all’anno precedente (42,9 per cento nel 2008) ampliando lo stacco di oltre tre punti percentuali con la media Ue, che l’anno scorso si è attestata al 39,5 per cento (dal 40,3 per cento del 2008). “Caso unico’’ tra le grandi economie, sottolinea l’Istituto nazionale di statistica, nel paese risultano in forte crescita le imposte in conto capitale (per quasi 12 miliardi di euro), sospinte da circa 5 miliardi di euro per lo scudo fiscale e dal versamento una tantum per l’imposta sostitutiva di alcuni tributi. E’ invece calato del 4,2 per cento il gettito delle imposte indirette (gia’ diminuito del 4,9 per cento nel 2008), del 7,1 per cento quello delle imposte dirette e dello 0,5 per cento quello dei contributi sociali effettivi.
Tra gli effetti della recessione ce n’è uno positivo per l’ambiente: le emissioni di gas serra dell’Italia continuano a diminuire (-2 per cento nel 2008, e -9 per cento nel 2009). Tuttavia ‘‘è ancora lontano il conseguimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto (-6,5 per cento per cento rispetto ai valori del 1990 entro il 2012) e della strategia europea integrata su energia e cambiamenti climatici (-30 per cento e -85 per cento rispettivamente al 2020 e al 2050)”.
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