Gentili signori. Il consiglio di amministrazione della Fiat ha detto la sua. L’assemblea degli azionisti, convocata per il prossimo 26 marzo, dirà la sua per alzata di mano. In attesa che si dispieghi sul paese cotanta democrazia applicata, approfittiamo dell’occasione per infilarci in un piccolo spiraglio spazio-temporale e diciamo la nostra. Il dottor Sergio Marchionne, forse salito per protesta sul tetto della sua Ferrari, forse soltanto grazie ai suoi superpoteri mesmerici, riceverà dagli azionisti Fiat, tra un mese, un bonus di 1 milione e 343 mila euro. E’ una discreta sommetta, che in tempi di crisi, di cassa integrazione, di chiusura di stabilimenti, farebbe comodo a molti. Potremmo dire qui degli altri premi al top management Fiat (qualche monetina come argent de poche si è trovata anche per Montezemolo, persino per il giovine Elkan). Potremmo dire qui anche del dividendo distribuito agli azionisti (0,17 euro per le ordinarie, 0,31 per le privilegiate, totale 244 milioni). Ma ci scuserete se ci limitiamo al signor Marchionne, che di stipendio prende qualcosa come 3 milioni e 347 mila euro, ma che certo, dovendo pagarsi un bilocale a Detroit per le sue trasferte, accetterà di buon grado questo regalino. Regalo motivato, intendiamoci: ha ottenuto un discreto utile di gestione (1,1 miliardi di euro), che è pari a un quarto dell’indebitamento (4,4 miliardi). Insomma, ha lavorato bene, dicono molti giornali che lo trattano come un salvatore della patria, manco fosse Bertolaso.
Ora, gentili signori, è chiaro che mentre voi salite sui tetti (demagogici!), piangete nei pochi spazi di informazione concessi (noiosi!) e non sapete cosa dire ai vostri bambini (patetici!) c’è chi si suda la pagnotta. Con il suo premio per l’ottimo lavoro svolto, il signor Marchionne potrebbe pagare qualcosa come 1.119 stipendi pieni da metalmeccanico, oppure sollevare un po’ noi contribuenti e staccare 1.918 assegni di cassa integrazione a zero ore. E’ probabile che non lo farà, ma forse è il caso di provare lo stesso a chiederglielo – gentilmente s’intende – in questo mese che ci separa dall’assemblea degli azionisti Fiat. Alla peggio, con quei soldi, potrebbe pagare una pizza alle famiglie dei 30.000 lavoratori della sua azienda in cassa integrazione in questi giorni (appena 44 euro per ognuno, suvvia!). O magari stupire tutti con un lascito in sostegno alle famiglie falcidiate dalla sua azienda. Oppure (stiamo esagerando?) mettere quel milione e 343 mila euro in un fondo di solidarietà per gli operai dell’indotto che non hanno nemmeno la cassa integrazione. O almeno (giochiamo al ribasso) regalare un’automobilina di latta ai figli dei cassintegrati Fiat che hanno avuto un Natale di merda e avranno una Pasqua ancor peggio. E’ chiaro che questo non avverrà, ma noi siamo realisti e chiediamo l’impossibile. Azionisti Fiat, non dateglieli. Dottor Marchionne, non li prenda. Coraggio! Cosa sono un milione e 343 mila euro di fronte a un carico di alcune tonnellate di vergogna? Un po’ di sacrifici, che diamine! I suoi operai non le hanno insegnato niente?
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